La collezione di tutte le vite
Per mostrare che la biblioteca di Babele ha un rapporto stretto con tutte le nostre
vite per cui quello che possiamo estrapolare riflettendo su di essa si può applicare
anche alla complessità delle nostra vite reali, vorrei innanzitutto sottolineare
come, al suo interno, ci sarà sicuramente un libro che descrive la nostra vita come
si è svolta fino ad oggi e come si svolgerà fino alla fine dei nostri giorni. Assumendo
come buono il limite delle 410 pagine per poter manipolare comodamente i libri,
avremo senz'altro, da qualche parte, un libro che ci riassume tutta la nostra vita
fino ad oggi, ed anche in diverse "versioni", più o meno indulgenti o dissacratorie
nei nostri riguardi. È inevitabile: qualsiasi libro che possiamo immaginare che
possa essere scritto con l'alfabeto assegnato, il formato di pagina dato e di 410
pagine deve per forza essere da qualche parte. Per ogni giorno della nostra vita,
esiste un romanzo di 410 pagine che la racconta minuziosamente, come l'"Ulisse"
di James Joice.
Esistono ugualmente, come le cronache dei giorni passati, anche le cronache dei
nostri giorni futuri, fino alla nostra morte. È orribile immaginarlo, ma è così:
nella biblioteca di Babele è già presente, adesso, anche il resoconto fedele dei
nostri ultimi momenti di vita. Esiste anche, meno drammaticamente, la descrizione
precisa di ciò che faremo domani. Ma è inutile immaginare di "cercarla per poi fare
diverso apposta": infatti il vero problema è riconoscerla, una volta trovata, e
in ogni caso, solo dopo che la giornata sarà trascorsa potremo veramente sapere
quale delle possibili alternative raccontate nella biblioteca di Babele era veramente
"quella giusta".
Comunque, questa riflessione dovrebbe bastare a farci capire che la biblioteca ha
una ecletticità sufficiente per poterci descrivere la vita di chiunque con un livello
arbitrario di precisione. Non solo per ogni giorno della nostra vita possiamo trovare
il libro che ce lo racconta con pienezza di particolari, ma, volendo esagerare,
anche una sola ora o un solo minuto o un qualsiasi piccolo dettaglio potrebbe essere
sviscerato al livello di precisione che vogliamo. Per cui, con molto senno di poi,
potremmo trovare un insieme di libri che descrive ad un livello arbitrario di precisione
la vita di ognuno di noi, ma non solo, di tutta la storia umana, e dell'intero universo
dal Big Bang in poi fino alla sua fine. È importante tenere presente che tutta questa
flessibilità la biblioteca la possiede a dispetto del fatto che le sue dimensioni,
anche se immense, siano effettivamente limitate. Questo apparente paradosso sarà
discusso meglio in "Finito e infinito".
La similitudine tra i libri della biblioteca e le nostre singole vite può essere
spinta all'estremo immaginando di collezionare non solo tutti i possibili libri,
ma anche tutte le possibili immagini, prodotte da tutte le possibili combinazioni
di pixel colorati su uno schermo di dimensioni prefissate ma comodamente vasto,
in quella che chiamerei "la pinacoteca di Babele". Anche in questo caso, come nella
biblioteca, il numero di diverse immagini sarà immenso, ma resterà sempre comunque
un numero finito. La pinacoteca di Babele racchiuderà allora tutte le possibili
immagini che possono essere visualizzate su uno schermo di dimensioni date, usando
dei minuscoli pixel in una gamma vasta ma finita di possibili colori. Continuando
la generalizzazione, possiamo immaginare di archiviare tutte le possibili sequenze
di immagini della pinacoteca, e di combinarle anche con tutte le possibili colonne
sonore, generate a partire da tutte le combinazioni di frequenze campionate ad un
livello di dettaglio e di frequenza superiore al nostro discernimento fisico. In
questo modo otteniamo la "biblioteca multimediale di Babele", che comprende tutti
i possibili DVD che possano mai essere prodotti da qualsiasi folle visionario.
Infine, girando al massimo la manopola dell'utopia, possiamo immaginare una futuribile
attrezzatura per l'esperimentazione della cosiddetta "realtà virtuale" in cui tutti
i nostri sensi sono direttamente stimolati da flussi di segnali che possono comunque
essere tutti campionati ad un livello di risoluzione più alto di quello dei nostri
sensi, ma che in ogni caso possono sempre essere codificati da una sequenza univoca
di numeri di lunghezza mostruosa ma limitata dalla finitezza della durata della
nostra vita; e quindi, possiamo immaginare la "collezione completa" di tutte queste
possibili codifiche, che da una parte non è che l'ultima, estrema generalizzazione
dell'idea originaria della biblioteca di Babele, ma d'altra parte ci fornisce anche
un soprainsieme massimale e con un numero finito di elementi di tutte le vite possibili,
codificate ad un livello di dettaglio superiore a quello che possiamo distinguere
con i nostri sensi. Qualsiasi vita noi potremo vivere, è senz'altro corrispondente
ad una di queste sequenze che codificano tutti gli impulsi giunti a tutti i nostri
sensi per tutta la durata della nostra vita. E così, tutte le possibili vite sono
comprese in questa Babelica raccolta di sequenze di codici. Ed esse esistono da
sempre, là, statiche, nella megabiblioteca multimediale, al di fuori dello spazio
e del tempo, in modo immanente, in questo insieme chiuso e completo in sé stesso.
In questo senso arriviamo a interpretare e comprendere il significato profondo delle
parole di Borges all'inizio del racconto: "L'universo, che altri chiamano la Biblioteca..."