Skip Navigation Links
|
Riduzione all'Open Individualism
Come arrivare ad una nuova versione di monopsichismo ragionando in modo riduzionista
di Iacopo Vettori - Dicembre 2017
Un poliziotto afgano in piedi dietro una pila di sostanze stupefacenti illegali date alle fiamme a Kabul il 26 Aprile 2009
(Ahmad Masood/Reuters/Contrasto).
L’immagine sembra suggerire come la coscienza umana venga alla luce
da un’aggregazione di energia e particelle che si muovono nell’universo in modo casuale.
Abstract
Questo documento presenta una nuova versione di monopsichismo, basata su una
teoria sull’identità personale introdotta da Daniel Kolak nel suo libro I Am
You, pubblicato nel 2004, dove ha chiamato la sua teoria “Open
Individualism”, ossia Teoria dell’Individualità Aperta. Ho letto il suo libro
nel 2010, dopo essere giunto alle stesse conclusioni per mio conto, nel 2006,
assegnandogli il nome provvisorio di “Terza Ipotesi”. In seguito allo studio del
suo libro, ho adottato la sua terminologia nei miei scritti successivi.
Successivamente ho scoperto che la stessa teoria era stata chiamata
“Universalism” da Arnold Zuboff nel suo articolo del 1990 “One Self: The Logic
of Experience”, sebbene io sia venuto a conoscenza del suo lavoro solo dopo la
prima stesura in inglese di questo documento. Inoltre, negli ultimi anni, ho
avuto modo di entrare in contatto con altre persone che erano arrivate alla
stessa conclusione in modo indipendente. Spero che tutto questo rappresenti un
segno che la cultura contemporanea sia pronta ad accettare questa idea.
Fondamentalmente, l’Open Individualism / Universalism è una nuova versione di
monopsichismo basata sul riduzionismo, per cui può essere adeguato utilizzare il
nome di “Monopsichismo Riduzionista”, o anche “Neomonopsichismo”, per indicare
un elemento nuovo nel solco della tradizione filosofica già esistente. In questo
saggio adotterò la nomenclatura di Kolak “Open Individualism”, lasciandola in
inglese per brevità. Il mio scopo è di esporre i problemi ancora aperti sul tema
dell’identità personale secondo le precedenti teorie riduzioniste, e tentare di
tracciare un percorso utile per convincere il lettore che la nuova teoria sia
plausibile e in grado di risolvere in modo soddisfacente tutti questi problemi.
Inizierò con una critica al concetto di identità quando è riferito ad oggetti
fisici, mostrando che non ha una base realmente solida, e per questo non può
essere usato a sua volta come base per definire l’identità personale. Al
contrario, noi in realtà estrapoliamo il concetto di identità per tutti gli
oggetti fisici a partire dal nostro concetto istintivo di identità personale.
Successivamente criticherò direttamente anche il nostro concetto di identità
personale, usando esperimenti mentali già utilizzati in letteratura. Per
dimostrare che l’Open Individualism sia una alternativa percorribile, proporrò
di adottare un nuovo concetto di tempo, usando un quadro di riferimento
eternalista dove il tempo assoluto è illusorio e non scorre, introducendo invece
tanti “tempi soggettivi” che scorrono in modo soggettivo, uno per ogni essere
vivente. Per dimostrare che questa teoria è più evoluta delle teorie
alternative, discuterò il Problema Esistenziale Generale e il Problema
Esistenziale Individuale. Il primo rappresenta tutti i problemi collegati
all’esistenza dell’universo, e in particolare all’esistenza di tutti gli
universi che permettono l’esistenza della vita. Questo è un problema
indipendente da ogni teoria sull’identità personale. Il secondo rappresenta
tutti problemi relativi alla nostra esistenza individuale in uno qualsivoglia di
questi universi. Intendo dimostrare che solo l’Open Individualism può dare una
risposta razionale alle questioni poste dal Problema Esistenziale Individuale,
facendolo coincidere in ultima analisi con il Problema Esistenziale Generale,
riuscendo così a rappresentare l’unica via possibile per riconciliare
l’oggettività della scienza e del ragionamento razionale con il dato soggettivo
della nostra esistenza personale, che altrimenti resta attribuibile
solo a una cieca casualità, o a un concetto mistico di predeterminazione, senza
speranza di alcuna spiegazione razionale. Questa differenza con ogni altra
teoria alternativa rende l’Open Individualism l’unica teoria soddisfacente
sull’identità personale. Successivamente, elencherò alcuni problemi aperti che
possono essere risolti facilmente con la nuova teoria, incluso un nuovo punto di
vista sulla contrapposizione tra il determinismo e la possibilità di libero
arbitrio, ed anche tra riduzionismo e dualismo. Concluderò infine con qualche
considerazione di tipo etico e di comportamento pratico.
Il contenuto è disponibile anche come file pdf in formato A5:
RiduzioneAllOpenIndividualismA5.pdf
.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno discusso queste idee con me, anche
senza essere d’accordo, perché mi hanno indotto a studiare in modo più
approfondito alcuni problemi e a raffinare i miei argomenti. Ringrazio in
particolare il professor Daniel Kolak e il professor Arnold Zuboff che hanno
gentilmente risposto alle mie domande e ai miei commenti mentre studiavo i loro
testi. Devo ringraziare in generale tutti i membri del gruppo di Facebook “I Am
You: Discussions on Open Individualism”, Alexander Conorto, Edward Miller e
Johnatas Muller, insieme ai quali ho fondato il gruppo nel 2010, e tutti coloro
con i quali ho avuto discussioni costruttive, come Steven Blair, Luke Clayborn
Hopper, Andres Gomez Emilsson, David Nyman, Denis Antonov, Jeff Henry, Nadji
Lahcène, Francisco Boni, Adriano Mannino, Theodorus Ibrahim, Fredrik Bränström,
Gordon Cornwall, Robert Daoust, Jonathan Leighton, Manu Herrán, Magnus Vinding,
Ryan Tassone, e molti altri che dovranno perdonare la mia dimenticanza. Un
ringraziamento particolare devo tributarlo a Joe Kern, che ha revisionato la
stesura originale in inglese di questo documento, suggerendo correzioni sia
nella forma che nel contenuto. Joe è una di quelle rare persone che ha scoperto
in modo indipendente la stessa idea dell’Open Individualism, e ha scritto un
saggio sull’argomento seguendo il proprio percorso: Personal Existence and its
Absence. Ho trovato la sua scrittura molto chiara e precisa, e la raccomando a
tutti i lettori interessati. Potreste sorprendervi di come il senso dei suoi
argomenti sia fondamentalmente lo stesso di quello esposto in questo documento,
anche se espresso in forma diversa. Spero che anche questo sia un segno che
siamo sulla strada giusta. Il suo lavoro si può trovare a
https://applebutterdreams.wordpress.com/2016/08/22/the-odds-of-you-existing/
È possibile esprimere una valutazione sul contenuto di questa pagina (1 = non siete d'accordo, 5 = siete d'accordo).
Per evitare voti ripetuti, si può votare una sola volta al giorno.
Commenti ricevuti:
Invia un commento
Nota: Anche se impostate la casella per la pubblicazione del commento, prima
di pubblicarlo nell'elenco devo leggerlo per assicurarmi che non abbia
contenuti illegali: per questo motivo non è possibile visualizzarlo immediatamente.
Nome:
(questo nome appare insieme al commento se il commento è pubblicato)
Email:
(l'indirizzo email non sarà visualizzato anche se il commento è pubblicato;
potete anche non specificarlo, ma in tal caso non potrò rispondervi personalmente)
File allegato:
(questo è opzionale e non è visualizzato anche se il commento è pubblicato)
(se non selezionate la casella, il commento non sarà pubblicato nell'elenco)
|