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Antonella
Insieme alla mia cugina Antonella (figlia del pittore Serafino Beconi, di Torre
del Lago, e di Ada Vettori, sorella di mio padre) ho condiviso innumerevoli esperienze
dall'infanzia fino all'età adulta. Con lei io e le mie sorelle maggiori e mio fratello
abbiamo giocato da bambini in innumerevoli modi, con grande fantasia e soddisfazione;
tra le altre cose, a volte recitavamo usando le fiabe come canovaccio per imbastire
le nostre variazioni. Fu lei che, sul finire delle nostre adolescenze, ci propose
come gruppo recitante in una pantomima rock da noi creata, dove personalmente curai
la selezione dei brani musicali. e riuscimmo anche a rappresentarla in una scuola
media. In seguito riuscì anche ad agganciare il regista Tony Filippini, che è stato
uno dei pochi artisti versiliesi che riuscì a realizzare degli spettacoli teatrali
che superavano i limiti folkloristici della "canzonetta" di Viareggio.
In seguito alla maturità le frequentazioni tra me e mia cugina iniziarono a rarefarsi,
ma è ancora forte un grande spirito di complicità che si rinnova ad ogni nostro
incontro, prevalentemente in occasione di alcune delle varie feste di cui ancora
oggi è una grande organizzatrice e animatrice. Per omaggiarla, riporto qui di seguito
il testo e relativo file audio del monologo con cui concludevo la mini-rappresentazione
che preparammo per il suo matrimonio (il primo...), dove la presentavo scherzosamente
come una sorta di divinità venuta per iniziare me e i miei fratelli alla "coscienza
della vita", per poi lasciarci andare per le nostre strade quando ormai il tempo
del suo distacco si era compiuto; ed in effetti in qualche modo il suo matrimonio
terminava un'epoca e iniziava quella della nostra età adulta, che ormai era alle
porte. La recita era una garbata parodia tesa ad alimentare il suo smisurato ego,
che si compiace delle lusinghe anche quando queste sono esplicitamente dichiarate
come tali, e si concludeva con questo monologo composto in terzine dantesche (erano
gli anni in cui frequentavo la bottega teatrale di Firenze) che spero possiate trovare
divertenti.
Ascolta il file audio mp3 di 1.8MB (3'02")
Visualizza il testo in formato PDF di 26KB
La divina Lelleide
Quello che ho visto, che ho sentito e appreso,
è tale e tanto che senza timore
io credo di doverlo fare inteso
a tutti coloro che con amore
vogliano vivere su questa Terra
perchè nessuno cada in errore.
Quella io vidi il cui nome serra
un ben più profondo significato
di quel ch'al primo udir ognuno afferra:
non Lella, bensì l'Ella, apostrofato,
colei cioè che Prima fu chiamata,
innanzi l'altre, per antonomato.
L'Ella ammaestrocci alla vita animata,
l'Ella guidocci pei nostri sentieri,
e perdonocci le nostre peccata.
Noi ciechi e stolti, dai foschi pensieri
ne deridemmo la sacra natura,
non ne ascoltammo i consigli sinceri.
Ahi, troppo tardi la nobil creatura
riconoscemmo, quando ormai il cammino
suo assieme a noi si volgeva a chiusura.
Noi la pregammo, giù a capo chino,
lacrime calde versando, ma invano:
questo voleva il disegno divino.
Così, lei ci lasciò, in questo strano,
ma colorito mondo, per noi nuovo,
ad altri amori tendendo sua mano.
Io solo adesso il senso ritrovo
di quel suo gesto, che mi parve ardito
tanto che ancora a imitarlo non provo:
"Soltanto chi, con amore infinito,
darsi saprà all'intero universo,
pronto sarà a prender moglie o marito".
Qui scema l'importanza del mio verso:
ma voglio ancora, con voce commossa,
darle il mio augurio d'amico disperso:
Ovunque sia, o Lella, sii tu mossa
da ciò ch'hai dato a me e alle mie sorelle;
e sempre su di te risplender possa
l'Amor che move il Sole e l'altre stelle.
Cinquantonella
In occasione di un compleanno di cui non diciamo l'età,
la Lella mi ha chiesto di comporre un'altra poesia in suo onore.
Mi sono cimentato in questo sonetto con acrostico del suo titolo,
che spero possa meritare la sua benevolenza.
Ascolta il file audio mp3 di 0.7MB (1'15")
Visualizza il testo in formato PDF di 30KB
Come viaggiando su treni in ritardo
I nostri incontri si fanno casuali;
Non ci fa il tempo più molto riguardo
Quasi più breve d'un battito d'ali.
Un dì temevamo questo traguardo,
Adesso è l'età il minore dei mali:
Noi lo sappiamo che il tempo è bugiardo,
Tanto è nel cuore, che restiamo uguali.
Oggi affrontiamo, senz'alcuna scusa,
Nuovi problemi, con spirito intatto,
Ed ogni sfida, per quanto sia astrusa.
Lella mia cara, è un dato di fatto:
La breve pausa ormai si è conclusa,
Apri il sipario per il second'atto.
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